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Cos'è l'Autismo?

L’autismo può essere descritto come un problema fondamentalmente legato all’attribuzione di significato
(De Clercq, 2011) o per meglio dire, alla condivisione di significati.

Con la denominazione di “spettro autistico” si indica una condizione che caratterizza alcuni individui fin dai primi anni di vita. Il disturbo dello Spettro Autistico è un disturbo del neurosviluppo ad esordio precoce, che sul piano clinico si articola lungo un continuum che va da forme cliniche a basso funzionamento con maggiore compromissione intellettiva e socio-relazionale, a forme ad alto funzionamento con livelli intellettivi nella norma o superiori, ma comunque sempre deficitarie sul piano della cognizione sociale.

Il Disturbo dello Spettro Autistico mostra una prevalenza stimata, secondo le linee guida italiane, di 10-13 casi su 10.000 per le forme classiche di autismo e di 40-50 casi su 10.000 per le forme dell’intero spettro (Sistema Nazionale per le guide dell’Istituto Superiore di Sanità. “Il trattamento dei disturbi dello spettro autistico nei bambini e negli adolescenti. Milano: SNLG 2011).

Questi disturbi hanno una permanenza lifetime, quindi i bambini autistici diventano adulti autistici, indipendentemente dai trattamenti ricevuti e indipendentemente dal livello cognitivo, pur contenendo al loro interno una varietà di esiti e di possibilità evolutive.

Il DSM 5 indica alcuni criteri diagnostici per poter fare diagnosi di Disturbo dello Spettro Autistico. In sintesi sono:

  1. Deficit persistenti della comunicazione sociale e dell’interazione sociale in molteplici contesti: deficit della reciprocità socio-emotiva; deficit dei comportamenti comunicativi non verbali utilizzati per l’interazione sociale; deficit dello sviluppo, della gestione e della comprensione delle relazioni.

  2. Pattern di comportamento, interessi o attività ristretti, ripetitivi, come manifestato da almeno due dei seguenti fattori: movimenti, uso degli oggetti o eloquio stereotipati o ripetitivi; insistenza nella immodificabilità, aderenza alla routine priva di flessibilità o rituali di comportamento verbale o non verbale; interessi molto limitati, fissi, che sono anomali per intensità o profondità; interessi molto limitati, fissi, che sono anomali per intensità o profondità.

  3. I sintomi devono essere presenti nel periodo precoce dello sviluppo.

  4. I sintomi causano compromissione clinicamente significativa del funzionamento in ambito sociale, lavorativo o in altre aree importanti.

  5. Queste alterazioni non sono meglio spiegate da disabilità intellettiva (disturbo dello sviluppo intellettivo) o da ritardo globale dello sviluppo. La disabilità intellettiva e il disturbo dello spettro dell’autismo spesso sono presenti in concomitanza; per porre diagnosi di comorbilità di disturbo dello spettro dell’autismo e di disabilità intellettiva, il livello di comunicazione sociale deve essere inferiore rispetto a quanto atteso per il livello di sviluppo generale.

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